Ho trovato la proposta artistico letteraria molto originale, ma soprattutto capace di emozionare come non mai.
Aver utilizzato il mondo visivo, fissandolo fotograficamente con tutto l’universo ad esso connesso e averlo poi interpretrato in una delle infinite forme letterarie che a sua volta apre ad altri innumerevoli mondi, ha prodotto un risultato emozionale di rara efficacia che lascia storditi per le smisurate vibrazioni dei sentimenti più profondi che provoca.
In un mondo arido e omologato al peggio, banalizzato all’esteriorità, “Strabismi” giunge gradito come acqua limpida e fresca in un’oasi di serenità nella quale chiunque desiderandolo può trovare un suo spazio.
Dante De Ronzi
Galatina
Marianna V.
Bianco e nero. E in mezzo infinite sfumature di colori. E dentro?
Un messaggio:
“Ogni giorno, ogni momento, c’è qualcosa di nuovo nella nostra esistenza, che aspetta che noi ce ne accorgiamo e gli andiamo incontro. O forse non aspetta?
Ogni giorno, ogni momento, ci viene chiesto di uscire da noi stessi e proiettarci nel mondo circostante, che corre per e con noi.
Ogni giorno, ogni momento ci dobbiamo ricordare di vivere”.
Nero e bianco. E in mezzo infinite sfumature di Raffaella e Valentina.
Marianna Valente Roma
Don Dario D.P.
Quello che mi è particolarmente piaciuto di strabismi è l’essermi un pò ritrovato dentro alle emozioni venute fuori dall’inchiostro del cuore e dallo scatto di un’anima. Ci vedo dentro tanta nostalgia per il passato, soprattutto per quel lasso di tempo nel quale avremmo voluto vivere esperienze di cui solo oggi capiamo appieno il valore e il significato. E poi quella ricerca costante di essere autentici e veri, di buttare via la maschera, di sciogliere le catene … Quanto anche io a volte mi chiedo se sia sempre me stesso fino in fondo e quanto, forse il ruolo può assorbirmi pienamente. E anche la dimensione della partenza, del lasciare i propri affetti .. Quanti treni nella mia vita per arrivare ad una meta, quante lacrime nascoste in una parte interna del bagaglio. Poi ho capito che si piange anche quando bisogna ritornare … Perchè ogni posto ci dona un pò del suo paesaggio che ci portiamo dentro per sempre. Le foto in bianco e nero le preferisco. Ma mi piace molto quella della foglia caduta per terra che accoglie l’acqua della pioggia caduta precedentemente. Credo che la foto è poesia e la poesia è foto. La foto e la poesia hanno qualcosa in comune: vedono la realtà con occhi diversi rispetto a tutti gli altri. Particolari, significati nascosti, emozioni profonde …
Vi ringrazio per questo lavoro e vi auguro che possiate regalarci ancora tante emozioni, tanta vita.
Don Dario De Pascalis
Galatina (LE)
da Massimiliano M.
Me imagino que la dedicatoria hecha en la página “buio” es adecuada y directa. Gracias con todo el corazón de verdad. “Más allá de la sombras hay la luz”, nunca y nadie puede tener el derecho de hacerte sentir “el negro” en el corazón, solo uno mismo puede decidir si quedarse en la sombras o empujarse a buscar la luz. A cuarenta años como a vente como a sesenta, aquí o en otro lado, no importa cuánto tiempo uno invierte en la búsqueda, lo importante es creer que las sombras no son para siempre!
Con mucho cariño. Gracias
Massimiliano Masciullo
Bucaramanga
da Federica P.
Strabismi..è difficile riuscire a descrivere qualcosa di “nuovo” con termini “nuovi”; per comprendere è necessario paragonare a qualcosa. Non un paragone che riduca e sminuisca, ma un insieme di paragoni, nell’intento di cercare di contenere tutte le essenze di ogni similitudine e metafora che scaturiscono da ogni sfaccettatura. Strabismi..è come una sonata a quattro mani, in cui ogni singola nota, ogni singola battuta riesce a far risuonare l’animo e la personalità dei compositori. Non è suono che si confonde l’uno con l’altro e cerca di prevalere, non è rumore, ma è sinfonia dove ognuno dei due artisti, accarezzando quei tasti e imprimendo loro tutto il vigore della propria forza, la velocità delle proprie dita, riesce a essere se stesso completandosi e arricchendosi insieme all’unisono. … è come un intervento a cuore aperto, in cui si riesce a guardare fino in fondo il pulsare di questi cuori. Un pulsare così intriso di emozioni che non riescono a restare celate nell’intimo, ma hanno bisogno di manifestarsi nel loro linguaggio più opportuno, nel loro “silenzio – sin troppo – eloquente” fatto di inchiostro capace di fermare su carta un mondo visto da una prospettiva carica di passione, sensibilità, dolore, nostalgia, ricordo, amore, ambizione e contemporaneamente fatto non di foto, non di immagini, ma di sentimenti che hanno saputo sfidare le leggi del tempo ed imprimersi su una carta fotografica (all’apparenza priva di parole, ma traboccante di quel linguaggio “altro” che sa comunicare stando in silenzio e lasciandosi ascoltare con gli occhi del cuore). … è un insieme di pagine vibranti. Osservare Strabismi, leggere Strabismi, sfogliarlo, significa sfiorare le corde tangibili, vitali e dinamiche di una carta che, probabilmente, fatica a contenere la capacità si sognare, la ricchezza della libertà, la voglia e la franchezza dell’amare e dell’essere.
Un libro può chiamarsi tale quando riesce a emozionare il lettore. Beh, Valentina e Raffaella lo hanno saputo fare “nel loro linguaggio più opportuno”. GRAZIE per questo!!!
Federica Paglialonga
Parma
Presentazione del Libro “Strabismi”
Già la dedica “Alle nostre nonne” fa pensare che questo “strabismo al plurale” riveli il difetto-pregio di vivere con un occhio rivolto al passato e l’altro che guarda al futuro. Un vivere che non dimentica mai le radici, la propria terra con tutti i suoi colori, profumi, eccessi, pigrizie, nostalgie, vittorie e sconfitte. Una terra che sembra avere plasmato come creta le due autrici di questo libro che, ovunque si trovino e qualunque cosa facciano, filtrano il tutto attraverso la propria “salentinità”. Ma questa spiccata appartenenza non le limita, anzi le proietta in modo singolare verso altri ed altrove con l’apertura mentale che consente loro di accogliere ogni nuovo stimolo con gioia, ogni bellezza con più consapevolezza, ogni dolore con maggiore forza.
Strabismi. Difficile sfogliarlo e leggerlo tutto d’un fiato, perché non è certo un romanzo, ma un distillato di realtà fermate nel tempo e nello spazio da un fotogramma che si riempie di significati, attraverso parole che hanno il sapore a volte di una carezza a volte di uno schiaffo. Si legge poco alla volta, cominciando da dove si vuole, riflettendo con calma, meditando in silenzio, commentando ad alta voce. Ma mai restando indifferenti. Foto che si fondono a testi come la musica di Battisti con le parole di Mogol: quella foto per quelle parole e quelle soltanto, con la misura di chi sa che una frase in più potrebbe stonare come un ritornello ripetuto una volta di troppo. Testi ed immagini in un matrimonio ben riuscito che punta all’unione perfetta, quella indissolubile.
Difficile scegliere una pagina particolare, esprimere una preferenza per una foto di Raffaella o un testo di Valentina, ma se proprio fossi invitata ad incorniciare una di quelle pagine, terrei per me l’oro del grano con quella frase che è una magnifica sintesi del migliore programma possibile per il futuro dell’umanità: “Dite ai potentidella terra che questo è il colore dell’oro”, che sarebbe un magnifico manifesto con cui tappezzare i palazzi del potere politico e finanziario in tutto il mondo.
A Valentina e Raffaella il merito di aver realizzato un libro fuori dal comune, un utile strumento per provocare il pensiero, per allontanarci dalla superficialità in cui ci costringe troppo spesso la fretta. A loro l’augurio di poter riprendere la strada, zaino in spalla, che le porti verso nuove e avvincenti inquadrature, verso altre visioni poetiche di cui in futuro, speriamo, ci facciano partecipi.
Marisa Fortuzzi
Foto 27 Dicembre 2012_Presentazione del Libro “Strabismi”
da sx Prof. Stefano Cristante, Raffaella Calso, Valentina Chittano
Parla il Prof. Stefano Cristante
Parlano Raffaella e Valentina
Raffa
Uno scarabocchio. Linee che si inseguono, si intrecciano, si allontanano e si ritrovano.
Un groviglio di segni, di quelli fatti mentre sei al telefono, di quelli che ti aiutano a pensare.
Un inizio e una fine che sembrano confondersi.
Poi sono lì, netti, il punto di partenza e il punto di arrivo.
In mezzo le tortuosità che altro non sono che ricerca, viaggio e scoperta.
Cadenzati dalle paure, ritmati dai desideri, smossi dalla fame del vedere e del prendere.
Per vestirsi poi dei colori del mondo che, anche silente, pulsa di vita e del coraggio di andare oltre.
Aria da respirare,
casa da portare nel cuore,
cielo da ammirare e da pregare.
Storia ancora da scrivere con mani dalle dita lunghe che si difendono e poi si aprono.
A dare.
Vale
Prefazione
Mi colpisce la scelta di unire alla fotografia un testo. Sembra quasi che le autrici non vogliano esporre l’immagine all’arbitrio di un’interpretazione libera e siano gelose di emozioni e pensieri che vogliono donare, anche se qua e là avverto una certa sfiducia che davvero ci sia qualcuno che possa capire. In effetti, il loro mondo interiore è complesso. C’è anzitutto una dimensione contemplativa (“Ape”, “Buio”, “Ulivo”, per esempio) […]. Uno dei pregi, e non il minore, di questo libro è di dare voce e dignità a chi può essere facilmente dimenticato. Come l’ulivo: “Ti guardo al passaggio e la fretta lascia in me solo uno strascico di ammirazione. Poi mi fermo e ti imprimo nel cielo che ti fa da cornice”.
Don Giuseppe Dossetti Jr
Reggio Emilia
Vale
È un libro in borsa.
Un verso della Merini che emoziona.
È un canto che ti accoglie,
ti stringe e poi ti scioglie.
Vale è silenzio.
È silenzio che domanda.
Che attende.
È silenzio mite e risoluto insieme.
È presenza che ascolta.
Incoraggia.
Crede.
C’è e basta.
Per tutti.
Per me Vale
è timidezza davanti all’obiettivo che poi diventa gioco.
Sorriso. Ricerca. Condivisione.
Essenziale e limpida
come la sua stessa voce.
Ti riporta a quel pulito e sano desiderio di essere vera.
Presente dalle braccia forti e per natura poco ingombrante.
Inizi a scattare e si guarda attorno, quasi indispettita.
Poi si lascia andare e ti regala ogni sorriso tenuto nascosto sino a quel momento.
Così nella vita. Ti deve scegliere per poi darti ogni cosa.