Chiodi

24 Chiodi

“Uno dietro l’altro, uno sull’altro. Dentro, più dentro. Chiodi come pallottole, legno come carne.
I colpi inferti dalla vita si susseguono sulla pelle e lasciano paure, dolori tiepidi che poi bruciano a ogni manciata di sale buttata sulle piaghe aperte. Alla sete di pace che ti grida dentro ti rispondono offrendoti aceto, quasi a disinfettarti la bocca, non a darle sollievo […]”.

Vale

Vietato ai maggiori di 16 anni

16

Restino dentro i grandi,
a uscire fuori ci pensiamo noi.
A fuggire le loro dinamiche e ragionamenti.

Resti dentro il mondo,
il cielo ce lo godiamo noi.
Fuggiamo le sue regole di arrivismo
e ambiguità.

[…]

Raffa

Macerie

Bisogna essere a un passo, piegarsi e distinguere i pezzi rotti..dare a ognuno il proprio senso.
Quello che hanno perso finendo in quella massa informe di niente.
Come le persone. Non sono solo le “vittime del terremoto”.
Sono Gianni, Paolo, Francesca..Sono famiglie. Sono bambini i cui giochi sono schiacciati dal peso di questa tragedia.
Dobbiamo sporcarci le ginocchia della terra delle loro case per comprendere sino in fondo il loro pianto.

Raffa

Cavezzo (MO) – Maggio 2012

macerie

Vite Sventrate

Un uomo in bicicletta, una pedalata dopo l’altra, lente, come passi che si faticano a fare. Si ferma davanti alla poltiglia di cemento, ormai monumento della sua Cavezzo. Tira fuori il suo cellulare. Inquadra i mattoni in frantumi e i pilastri sgretolati. Piange, gli trema la mano. Alla fine scatta. Immortala ciò che non dimenticherà mai. Ha bisogno di ferirsi ancora, di vedere più volte come il tutto diventa niente in una giornata. Poi si fa risucchiare nuovamente dal silenzio spettrale di una città che oggi è un grande set allestito per i giornalisti, ma non può offrire che serrande chiuse, finestre tappate, case sventrate. Come tante vite.

Vale

Cavezzo (MO) – Maggio 2012

vite-sventrate