Chiodi

24 Chiodi

“Uno dietro l’altro, uno sull’altro. Dentro, più dentro. Chiodi come pallottole, legno come carne.
I colpi inferti dalla vita si susseguono sulla pelle e lasciano paure, dolori tiepidi che poi bruciano a ogni manciata di sale buttata sulle piaghe aperte. Alla sete di pace che ti grida dentro ti rispondono offrendoti aceto, quasi a disinfettarti la bocca, non a darle sollievo […]”.

Vale

da Federica P.

Strabismi..è difficile riuscire a descrivere qualcosa di “nuovo” con termini “nuovi”; per comprendere è necessario paragonare a qualcosa. Non un paragone che riduca e sminuisca, ma un insieme di paragoni, nell’intento di cercare di contenere tutte le essenze di ogni similitudine e metafora che scaturiscono da ogni sfaccettatura.
Strabismi..è come una sonata a quattro mani, in cui ogni singola nota, ogni singola battuta riesce a far risuonare l’animo e la personalità dei compositori. Non è suono che si confonde l’uno con l’altro e cerca di prevalere, non è rumore, ma è sinfonia dove ognuno dei due artisti, accarezzando quei tasti e imprimendo loro tutto il vigore della propria forza, la velocità delle proprie dita, riesce a essere se stesso completandosi e arricchendosi insieme all’unisono.

… è come un intervento a cuore aperto, in cui si riesce a guardare fino in fondo il pulsare di questi cuori. Un pulsare così intriso di emozioni che non riescono a restare celate nell’intimo, ma hanno bisogno di manifestarsi nel loro linguaggio più opportuno, nel loro “silenzio – sin troppo – eloquente” fatto di inchiostro capace di fermare su carta un mondo visto da una prospettiva carica di passione, sensibilità, dolore, nostalgia, ricordo, amore, ambizione e contemporaneamente fatto non di foto, non di immagini, ma di sentimenti che hanno saputo sfidare le leggi del tempo ed imprimersi su una carta fotografica (all’apparenza priva di parole, ma traboccante di quel linguaggio “altro” che sa comunicare stando in silenzio e lasciandosi ascoltare con gli occhi del cuore).

… è un insieme di pagine vibranti. Osservare Strabismi, leggere Strabismi, sfogliarlo, significa sfiorare le corde tangibili, vitali e dinamiche di una carta che, probabilmente, fatica a contenere la capacità si sognare, la ricchezza della libertà, la voglia e la franchezza dell’amare e dell’essere.
Un libro può chiamarsi tale quando riesce a emozionare il lettore. Beh, Valentina e Raffaella lo hanno saputo fare “nel loro linguaggio più opportuno”.
GRAZIE per questo!!!

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Federica Paglialonga

Parma

Vietato ai maggiori di 16 anni

16

Restino dentro i grandi,
a uscire fuori ci pensiamo noi.
A fuggire le loro dinamiche e ragionamenti.

Resti dentro il mondo,
il cielo ce lo godiamo noi.
Fuggiamo le sue regole di arrivismo
e ambiguità.

[…]

Raffa

Vale

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È un libro in borsa.
Un verso della Merini che emoziona.
È un canto che ti accoglie,
ti stringe e poi ti scioglie.
Vale è silenzio.
È silenzio che domanda.
Che attende.
È silenzio mite e risoluto insieme.
È presenza che ascolta.
Incoraggia.
Crede.
C’è e basta.
Per tutti.

Per me Vale
è timidezza davanti all’obiettivo che poi diventa gioco.
Sorriso. Ricerca. Condivisione.
Essenziale e limpida
come la sua stessa voce.
Ti riporta a quel pulito e sano desiderio di essere vera.
Presente dalle braccia forti e per natura poco ingombrante.
Inizi a scattare e si guarda attorno, quasi indispettita.
Poi si lascia andare e ti regala ogni sorriso tenuto nascosto sino a quel momento.
Così nella vita. Ti deve scegliere per poi darti ogni cosa.

Raffa

Ape

“Quando smetterai di stupirci, natura? Quando coprirai le tue nudità ammaliatrici per negare al nostro sguardo l’emozione del creato? Anche ciò che intimorisce diventa dolce nelle tue mani profumate di brina. Come fai a tirar fuori spettacoli sempre nuovi? […]”

Vale